Femminicidio a Civitavecchia. Una donna è stata uccisa dall’ex nel parcheggio di una stazione ferroviaria, nonostante il braccialetto elettronico. È il secondo caso in un giorno.
Due casi a distanza di a malapena 24 ore. Due femminicidi che non sarebbero mai dovuti avvenire, a fronte del fatto che gli uomini che li hanno perpetrati indossavano entrambi il braccialetto elettronico.
Episodi che hanno riacceso il dibattito rispetto alla funzionalità o meno di questo apparecchio. E che sono costati la vita a Celeste Palmieri, assassinata nella mattina del 18 ottobre dal marito Mario Furio, agente penitenziario, in provincia di Foggia, e ad una donna residente a Civitavecchia.
Questo secondo episodio, aggiuntosi al primo a distanza di solamente un giorno, ha avuto come vittima Camelia Ion, 56enne romena, strangolata nel cuore della notte dall’ex compagno Lucian Tuduran. Il suo corpo è stato rinvenuto nelle prime ore di ieri, sabato 19 ottobre, attorno alle 2.30.
Uccisa dall’ex compagno nel parcheggio di una stazione: è il secondo caso in un giorno
Non erano trascorse neanche 24 ore dalla morte di Celeste Palmieri, la donna assassinata nel Foggiano dall’agente di polizia penitenziaria e marito Mario Furio, al quale era stato imposto il divieto di avvicinamento, con tanto di braccialetto elettronico.
Per la 56enne Carmela Ion, la sorte è stata la medesima di quella di Celeste. Il suo cadavere è stato infatti rinvenuto alle 2.30 di ieri, sabato 19 ottobre, nel parcheggio della stazione ferroviaria a Civitavecchia.
Ad aggredirla e soffocarla, fino a procurarne la morte, l’ex compagno Lucian Tuduran, 41enne. Campione di kick boxing, e già noto alle forze dell’ordine per denunce di stalking presentate dalla vittima stessa, l’uomo ha violato il divieto di avvicinamento imposto dal braccialetto elettronico. Il quale, anche in questa seconda circostanza, si è rivelato inefficace.
L’autopsia eseguita sul cadavere della donna ha rivelato segni di soffocamento riconducibili a un’aggressione. Le indagini della polizia, fortunatamente, hanno subito condotto all’individuazione di Tuduran, sul quale pendeva un divieto di avvicinamento a meno di 500 metri.
Braccialetto elettronico: a cosa serve, e come dovrebbe funzionare
La morte di Celeste Palmieri prima e di Carmela Ion poi hanno contribuito al riaccendersi del dibattito sul braccialetto elettronico. Il dispositivo, laddove funzionante, dovrebbe fungere da doppio monito: sia nei confronti della donna potenziale vittima di aggressione, sia per le forze dell’ordine.
Esso viene impiegato con i soggetti finiti agli arresti domiciliari, ai quali viene imposto un divieto di avvicinamento. Nel caso in cui questo divieto venga violato, in teoria, il sistema contenuto nel braccialetto invia un doppio segnale: alla donna, per avvertirla dell’approssimarsi del potenziale assalitore, e alle forze dell’ordine (polizia e carabinieri).
L’iter è il seguente: dalla sala operativa viene subito diramato l’allarme alla donna, che viene avvertita di un possibile contatto con l’uomo. Alla potenziale vittima viene inoltre chiesto di fornire informazioni circa la sua posizione, in maniera tale che, dinanzi a spiegazioni non convincenti, gli agenti possano intervenire subito.
L’obiettivo, ovviamente, è quello di bloccare il potenziale assalitore prima che possa avvicinarsi troppo al bersaglio. Un obiettivo che, nei due casi sopra citati, è stato purtroppo mancato. E con esito fatale per entrambe le vittime.