La giustizia non va in scadenza, gli investigatori prima o poi riusciranno a risolvere uno dei misteri più inquietanti di sempre?
Il mistero irrisolto dell’omicidio di una donna trovata all’interno di un albero nel Worcestershire, al confine con la Black Country, è tornato sotto i riflettori grazie a una nuova serie di podcast della BBC, intitolata The Body in the Tree.
Questo caso inquietante, avvenuto nel 1943, è stato scoperto da quattro ragazzi che si trovavano nei boschi di Hagley. Nonostante l’indagine, l’identità della vittima e l’assassino non è mai stata scoperta
La storia di questo caso è a dir poco agghiacciante e risale a 80 anni fa, precisamente al 18 aprile 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, quando il corpo della donna, nota oggi come “Bella di Hagley Wood”, fu rinvenuto. Il mistero avvolge non solo l’identità dell’assassino, ma anche quella della vittima stessa, che rimane sconosciuta a tutt’oggi.
La donna fu soprannominata Bella, visto che nessuno conosceva il suo nome. Il caso è stato reso ancora più sinistro da un graffito apparso l’anno successivo al ritrovamento del corpo. La scritta “Who put Bella in the Wych Elm?” ha alimentato teorie cospirazioniste, che vanno dal coinvolgimento di spie naziste fino a riti legati alla stregoneria. Infatti, questa frase tradotta in italiano significa: “Chi ha messo Bella nell’Olmo Montano?”. Ma la parola “Wych”, “montano”, in inglese si pronuncia come la parola “Witch”, in italiano “strega”.
Difatti, qualche settimana dopo apparve un’altra scritta su un obelisco a Hagley, scritta che recitava “Who put Bella in the Witch Elm?” ovvero “Chi ha messo Bella nell’Olmo delle Streghe?”. Questi graffiti hanno alimentato le fantasie popolari tanto che l’ossessione per questo caso si è trasformata in un fenomeno culturale: la sua storia ha ispirato opere teatrali, libri e perfino un’opera lirica scritta da Simon Holt.
La nuova serie di podcast tenta di riaprire il caso utilizzando nuove tecniche scientifiche, non disponibili all’epoca, insieme a documenti originali della polizia. Anche il medico legale che effettuò l’autopsia, il professor James Webster, non fu in grado di determinare la causa della morte, pur confermando che la donna non era finita volontariamente dentro l’albero.
Nonostante l’attenzione dei media e gli sforzi degli investigatori, le indagini si sono arenate, senza portare ad alcun risultato concreto.
Tra i protagonisti della vicenda vi è Bob Farmer, uno dei ragazzi che scoprirono i resti del corpo. In una testimonianza rilasciata alla BBC vent’anni fa, Farmer descrisse la scena agghiacciante di quando lui e i suoi amici hanno ritrovato il corpo della donna. Il cranio sporgeva dal terreno, con frammenti di ossa e vestiti decomposti disseminati tutt’intorno.
Oggi, la sfida per gli investigatori è ritrovare i resti della vittima, che furono conservati per decenni in un centro di addestramento della polizia a Birmingham, ma di cui si sono perse le tracce negli anni ’70. La serie vede anche l’intervento della professoressa Maggie Andrews, esperta di storia culturale, che analizza il modo in cui la storia di questa povera donna sia entrata a far parte del folklore locale.
Anche in Italia i casi di cronaca fanno notizia ed entrano a far parte della cultura locale, tanto da ispirare delle serie TV.
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